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adulare v.; adulo [ad2lo, meglio che #dulo] — costante la tradiz. della pn. piana nelle forme rizotoniche, sul modello del lat. adulor [ad2lor] con -u- lungo; così le numerose attestaz. nel verso dal ’500 all’800: Lo specchio non adula e non inganna [lo Sp$kkLo non ad2la e nnon ijg#nna] (Fagiuoli); Ei nullo invidia, ei non t’adula, e il temi? [ei n2llo inv&dLa, %i non t ad2la, e il t%mi?] (Foscolo); ah tu non sai Ch’è il più vile fra lor colui che adula Con libere parole il suo tiranno? [# tu nnon S#i k H il pLu vv&le fra ll1r kol2i ke ad2la kon l&bere par0le il Suo tir#nno?] (Niccolini) — diminuita nel corso del ’900 la frequenza media del verbo; cresciuta così l’attraz. dell’accentaz. sdrucciola domin. negli agg., sost. e verbi in -ula, -ulo (es. coagulo, formulo, modulo, incredulo, ecc.); quindi una prevalenza delle pn. con accento sulla 1a sill. [#-] in adula, adulano, aduli, adulino, adulo, nei limiti del modesto uso che ancóra si fa di queste forme

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo