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a [a+] prep. — non ha — es.: a lato [a ll#to] (anche allato [id.]); a senso [a SS$nSo] (invece a’ sensi [a S$nSi]); a volte [a vv0lte] (invece alle volte [alle v0lte]); a capofitto [a kkapof&tto]; pover’a te [p0ver a tt%]; da parte a parte [da pp#rte a pp#rte]; a goccia a goccia [a gg1©©a a gg1©©a]; a mano a mano [a mm#no a mm#no] (meglio che mano a mano); a poco a poco [a pp0ko a pp0ko] (meglio che poco a poco) — radd. sint. espresso dalla scrittura nei composti: es. acché, addosso, affinché, ammodo, Castellammare, Pontassieve — spesso ad davanti a voc., spec. davanti ad a- (raro in ogni caso nell’uso parlato): ad andare [ad and#re], ad Alfredo [ad alfr%do], ad usura [ad u@2ra]; e ad altri (non ed a altri, tanto meno ed ad altri); in ogni caso, senza stacco tra il -d eufonico e la vocale seguente (quindi ad altri e adatti con uguale sillabaz., ad empiere e adempiere con identico suono, viceversa ad anno [ad #nno] ben distinto da a danno [a dd#nno]) — quasi sempre ad in casi come ad esempio [ad e@$mpLo], ad essi [ad %SSi], ad onta di… [ad 1nta di…], ad opera di… [ad 0pera di…], ad ottenere che… [ad otten%re ke…], ad uso di… [ad 2@o di…] — invece a uso… (senza di…) per «a mo’ di…» (fam.): a uso camicia [a 2@o kam&©a] (Collodi) — sempre ad nella locuz. ad ora ad ora (ant. o lett. «di quando in quando»): cfr. ora — quasi sempre ad nella locuz. dare ad intendere «far credere (il falso)», diversa da dare a intendere «far intuire (il vero)» — sempre a (meno bene ad) davanti al gruppo iniz. ad- (o anche ed-, id-, od-, ud-): a Adolfo [a ad0lfo], a Udine [a 2dine]; così pure, a (non ad) davanti a h- aspirata di nomi stranieri: a Helsinki [a h$lSijki] — cfr. ai; a posteriori; a priori