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anatema [anat$ma; raro an#tema] s. m.; pl. -mi — doppia accentaz. it. motivata dalla doppia forma del greco, da cui due diversi accenti in latino: ἀνάθημα [gr. an#tema], quindi anathema con -e- lunga [lat. anat$ma], nel sign. originario di «offerta votiva», anche bibl.; più tardi ἀνάθεμα [gr. an#tema], quindi in lat. anathema con -e- breve [id.], nel sign., tutto bibl., di «maledizione» (e «maledetto»), quindi di «scomunica» (e «scomunicato») — più noti all’uso it. (lett.) i sign. di «scomunica» e, inteso come estens., di «maledizione»; preval. senz’altro in questi la pn. piana (favorita anche dall’analogia con altri astratti d’origine greca, come erotema, problema, sistema), dopo incertezze documentate da molti dizionari tra ’600 e ’900, giustificate del resto dalla preferenza mostrata per la pn. sdrucciola da alcuni poeti (Mameli, D’Annunzio) — detto di persona che sia colpita da anatema, in passi evangelici tradotti o in scritture eccl. in genere, possibile ancor oggi anatema [an#tema] sdrucciolo: cfr. anathema sit