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capere [kap%re] v.; dif. — variante ant. di capire, quasi solo nel sign. di «contenere» o «esser contenuto», e perlopiù in poche forme di 3a persona (es. il pres. ind. cape [k#pe], sopravvivente in frasi scherz. come non mi cape, fig. «non m’entra in testa», o nello scioglilingua in un piatto poco cupo poco pepe pesto cape, e l’imperf. capeva [kap%va]: Bruno aveva sì gran voglia di ridere, che egli in se medesimo non capeva [br2no av%va Si ggran v0l’l’a di r&dere, ke %l’l’i in S% mmed%@imo noj kap%va], Boccaccio), oltre che nell’inf.: Che vedrai non capere in questi giri [ke vvedr#i noj kap%re ij kU%Sti J&ri] (Dante)