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eh [$ o %] escl. — con pn. aperta o chiusa, breve o allungata, talvolta in libera alternanza, più spesso in corrispondenza di diverse sfumature di significato: così, per lo più chiusa in senso di rimprovero o esortaz. (eh! eh! che fate?; eh, via…!), aperta in senso di dolore, stupore, speranza, interrogaz. (eh, purtroppo…; eh?! possibile?!; eh… chi sa?; ti piace, eh?; eh? come hai detto?): che carattere singolare! eh? [ke kkar#ttere Sijgol#re! $?] (Manzoni); perduto il pelo, la pelle eh! la pelle le è diventata più fina [perd2to il p%lo, la p$lle $… la p$lle le $ ddivent#ta pLu ff&na] (Pirandello) — talvolta aperta e prolungata, magari nasalizzata, a esprimere di per sé una risposta volutam. tutt’altro che netta: la tal cosa, come fu buona? eeh, cioè, così così, mediocremente, mezzanamente [la tal k0Sa, k1me ffu bbU0na? 44, ©o$, koS& kkoS&, medLqkrem%nte, mezzanam%nte] (1a Crusca) — distinto dalla cong. e nella pn. e nella gf.: eh via… [H v&a…], eh che ne so? [$ ke nne S0?], eh già… che so? [H J#… ke SS0?], di fronte a e via! [e vv&a!], e che ne so? [e kk% nne S0?], e già che so [e JJ# kke SS0] — casi non rari di confus. grafica tra eh e la cong. e, dovuti a pronunzie improprie: es. eh già letto H JJ# nell’uso centro-merid. e scritto spesso, di conseguenza, e già