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fuoco [fU0ko] s. m.; pl. -chi — pop. o poet. foco [f0ko]: Dammi, o ciel, che sia foco Agl’italici petti il sangue mio [d#mmi, o ©$l, ke SSia f0ko al’l’ it#li©i p$tti il S#jgUe m&o] (Leopardi); per mettere un po’ di foco in corpo agli Italiani [per m%ttere um p0 di f0ko ij k0rpo al’l’ italL#ni] (D’Azeglio); il gatto che cava le castagne dal foco [il g#tto ke kk#va le kaSt#n’n’e dal f0ko] (De Sanctis) — più largo, fino al ’900, l’uso di foco nella prosa scient. come term. della geometria e dell’ottica, nel proprio e nel fig.: Roma e Firenze sono i due fochi dell’ellisse italiana [r1ma e ffir$nZe S1no i due f0ki dell ell&SSe italL#na] (Gioberti) — sim. i cogn. Fochi, -co, Fuochi, -co