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fuori [fU0ri] (antiq. o poet. fuora [fU0ra]; poet. ant. fuore [fU0re]) avv. e prep. — in Dante, in rima, vari es. così di fori [f0ri] come di fora [f0ra] e di fore [f0re] — frequente il tronc. come prep. (davanti all’altra prep. di che di solito vi si aggiunge): butta le gambe fuor del letto [b2tta le g#mbe fU0r del l$tto] (Manzoni); prima che i proprietari avessero messo il naso fuor dell’uscio [pr&ma ke i proprLet#ri av%SSero m%SSo il n#So fU0r dell 2ššo] (Calvino); tanto più in alcune locuz. fisse, come un pesce fuor d’acqua (non fuori), ecc.