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camicia [kam&©a] s. f.; pl. -cie o -ce — es.: Di camicie ha bisogno, e non di camice [di kam&©e a bbi@1n’n’o, e nn1n di k#mi©e] (Ariosto); col solo bagaglio di due camice e un berretto da notte [kol S1lo bag#l’l’o di due kam&©e e um berr%tto da nn0tte] (F. Martini); da tutto quel bianco di lenzuoli e di camìce svolazzanti dai cordini tesi [da tt2tto kUel bL#jko di lenZU0li e ddi kam&©e @volaZZ#nti dai kord&ni t%Si] (Pirandello) — per il plurale, fondata sull’etimologia la gf. -ce (non essendo l’-i- del sing. -cia altro che un segno della pn. palatale del -c-); fondata invece sull’analogia la gf. -cie (così conguagliata a quella delle altre parole con -cia preceduto da vocale): gf. -cie preferita in pratica dai più per motivi di maggior chiarezza (evitando la confus. col s. m. camice, possibile spec. in cartelli, in listini e dovunque manchi il contesto d’una frase) — gf. tosc. ant. camiscia [kam&ša; non -&šša], di quando la pn. delle voci come camicia (con -c- da -s- lat.) era distinta da quella delle voci come audacia (con -c- da -c- lat.)