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che [k%+] pron. e agg. — es.: la cosa che dici [la k0Sa ke dd&©i]; che cosa dici? [ke kk0Sa d&©i?]; che ne dici? [k% nne d&©i?] — elis., solo come pron. relativo (ch’ in generale; davanti ad a‑, o‑, u‑, h-, anche c’), come per il che congiunzione: C’han la persona di più punte rotta [k #n la perS1na di pLu pp2nte r1tta] (Carducci); ch’ad ora ad ora giunga [k ad 1ra ad 1ra J2jga] (Pascoli); quel ch’è stato è stato; la casa ch’è in fondo al viale; più di quello ch’io sperassi; gli amici ch’eran con me — nell’uso ant., talvolta ched davanti a voc.: Salutami Toscana, Quella ched è sovrana [Sal2tami toSk#na, kU%lla ked $ SSovr#na] (re Enzo) — sempre senz’accento scritto (anche se sostantivato): non importa gran che (o granché; non gran ché); il che (non il ché) va dimostrato; dal che (non dal ché) si ricavano due conseguenze; dopo di che (o dopodiché; non dopo di ché) ne riparleremo; ha un che (non un ché) di strano