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lo [l1] art. — forma dell’art. determinativo masch. sing. usata con elis. davanti a voc. o semicons. (non sempre con elis. però davanti a L-), e nella forma intera davanti alle cons. l’-, n’-, š-, Z-, z- o ai gruppi di cons. (esclusi quelli di muta + liquida): l’ermellino (antiq. lo ermellino), l’onorevole (mai lo, diversam. da la usabile per maggior chiarezza nel femm.), l’estro; l’ieri, l’iugoslavo (più com. lo iugoslavo); l’uovo; lo gnaulio, lo zirlo; lo sparo, lo pterigio — qualche caso d’alternanza con la forma il davanti a L-, n’-, pn-, pS-, Z-, z-: l’ieri (antiq. il ieri), lo pneumatico (oggi più com. il pneumatico), lo pneumotorace (oggi più com. il pneumotorace), lo zero (raro il zero) — sempre lo (non il) dopo per nei poeti classici: Per lo libero ciel fan mille giri [per lo l&bero ©$l fam m&lle J&ri] (Leopardi); e più in generale dopo cons.: Ché di giusto voler lo suo si face [ke ddi J2Sto vol%r lo S2o Si f#©e] (Dante); tuttora in questa forma le locuz. per lo più, per lo meno — più largo l’uso di lo in antico, spec. all’inizio di frase: Lo giorno se n’andava [lo J1rno Se n and#va] (Dante); residui di tale più largo uso nel proverbio avuta la grazia, gabbato lo santo, e in qualche cantilena: Canta lo gallo, Canta la gallina [k#nta lo g#llo, k#nta la gall&na] (Gozzano); altri residui dello stesso uso nell’onomastica, come nel top. San Vito lo Capo [San v&to lo k#po] (Sic.) e nei cogn. Lo Re, Lo Presti, Lo Monaco, Lo Cicero, ecc. — err. l’uso di lo davanti a s- + semicons.: il suocero (non lo suocero), il siero (non lo siero) — cfr. M.S.I.; P.S.I.; Swahili; Swatch