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malo [m#lo] agg. — tronc. (senz’apostrofo) nel sing. masch.: il mal seme d’Adamo [il mal S%me d ad#mo] (Dante); il mal esito della guerra [il mal $@ito della gU$rra] (Tabarrini); l’oscurità o l’errore che mi aveva condotto a quel mal passo [l oSkurit# o ll err1re ke mmi av%va kond1tto a kkU%l mal p#SSo] (Croce); e in diverse locuz. d’uso com., es. mal costume, gente di mal affare (più spesso però in gf. unita), ridurre a mal partito, ecc. — elis. (rara) nel femm. (con l’apostrofo): l’inventor d’ogni mal’opra Ulisse [l invent1r d on’n’i mal 0pra ul&SSe] (Caro); le mal’annate che lo costringevano a contrar debiti onerosissimi [le m#l ann#te ke llo koStrinJ%vano a kkontrar d%biti oneroS&SSimi] (Pirandello); cfr. malaria — pl. m. mali [m#li]; dell’uso ant. il tronc. ma’ [ma] in procl.: i ma’ conforti [i m# konf0rti] (Dante); tuttora vivo del resto il proverbio tosc. adagio a’ ma’ passi [ad#Jo a ma p#SSi], «attenti ai mali passi» — per estens. dell’uso indistinto di mal come tronc. di male e di malo, qualche es. nell’uso ant. di male in luogo di malo, solo in posiz. protonica: uno male uso [uno m#le 2@o] (Compagni); lasciando la terra in male stato [lašš#ndo la t$rra im m#le St#to] (id.) — cfr. malanimo; malocchio; malumore

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo