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messaggero [meSSaJJ$ro] s. m.; f. -ra — antiq. messaggiero [id.]: Già l’aura messaggiera erasi desta [Ja ll #ura meSSaJJ$ra HraSi d%Sta] (Tasso); I messaggier pacifici dell’alma [i meSSaJJ$r pa©&fi©i dell #lma] (Parini); La messaggiera della Primavera [la meSSaJJ$ra della primav$ra] (Gozzano) — Il messaggiero, dialogo di T. Tasso (1582); Il messaggero, giornale fondato a Roma nel 1878 — raro (nel masch.) messaggere [meSSaJJ$re] (antiq. messaggiere [id.]): messaggere (o messaggero) postale, addetto ai servizi di messaggeria — tutto a favore di messaggero senza -i- l’uso scritto odierno, diversamente dalle altre voci con un suff. -iero o -iere o -iera preceduto da -e- o -g- o -sc-, nelle quali le forme originarie con -i- sono oggi, secondo i casi, in minoranza rispetto a quelle senza -i- (es. leggiero, passeggiero), o frequenti in pari misura (es. cartucciera, formaggiera), o anc÷ra chiaramente prevalenti (es. gorgiera, pasticciere, raggiera), quando pure non abbiano l’uso quasi tutto per sé (es. arciere, artificiere, bilanciere, braciere, crociera, paciere, usciere)