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quale [kU#le] agg. e pron. — tronc. (sempre senz’apostrofo, anche davanti a vocale): qual è (meno bene qual’è) o quale è; quale fu (antiq. o lett. qual fu); per qual (o per quale) motivo; per la qual cosa; nel qual caso; nel qual (o nel quale) senso; in certo qual modo; un certo qual senso di colpa; qual buon vento ti mena? — raro oggi il tronc. in altri casi: Qual colpa, qual giudicio o qual destino [kUal k1lpa, kU#l Jud&©o o kkU#l deSt&no] (Petrarca); Qual tempio, quale altare o qual misfatto? [kUal t$mpLo, kU#le alt#re o kkU#l miSf#tto?] (Leopardi) — come conseguenza del tronc. divenuto oggi raro davanti a cons. (salvo in parole composte come qualsiasi o qualsivoglia o in locuz. più o meno fisse come quelle già menzionate), una tendenza di molti a segnare l’apostrofo in qual’è o qual’era (invece dei più corretti e regolari qual è e qual era), visto che davanti alle cons. iniziali d’altre forme verbali di essere il tronc. non si farebbe più (es. quale fu, quale sarà, quale sarebbe, antiq. qual fu, qual sarà, qual sarebbe) — col valore di «come per esempio», quali davanti a più esempi, quale (err. quali) davanti a un esempio solo: grandi campioni, quali Bartali e Coppi (sottinteso sono stati); ma: grandi campioni, quale (non quali) Coppi (sottinteso è stato) — pl. m. e f. quali (ant. o poet., davanti a cons., quai [kU#i] o qua’ [kU#]; un es. dantesco: Tu vuo’ saper di quai piante s’infiora Questa ghirlanda [tu vvU0 Sap%r di kUai pL#nte S infL1ra kU%Sta girl#nda]) — cfr. animale; ogni qual volta; qualcosa; tale; tal quale