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risentire v.; risento [riS$nto] — nessun problema di pronunzia dell’-s-, sorda, nel sign. di «sentire di nuovo»: risentire un rumore già sentito; risentire i soliti discorsi; risentire dopo lunghi anni la voce d’un vecchio amico; e, spec. al telefono: a risentirci presto!; ci risentiamo… — pronunzia ugualm. sorda dell’-s- nei sign. estensivi («provare effetti buoni o cattivi; reagire male o bene a situazioni e stimoli»), e così pure nei derivati, connotati tutti da tali sign. (risentimento [riSentim%nto], risentitezza [riSentit%ZZa], di pari passo con l’uso aggettivale del part. pass. risentito [riSent&to]): da notare l’analogia di trattam. con le corrispondenti voci fr., scritte per maggior chiarezza con -s- doppia (ressentir [fr. S3t&ir], ressentiment [S3tim3^]) — es.: risentire giovamento dalla cura [riSent&re Jovam%nto dalla k2ra]; risentire dell’educazione ricevuta [riSent&re dell edukaZZL1ne ri©ev2ta]; risento ancora d’una vecchia distorsione [riS$nto ajk1ra d una v$kkLa diStorSL1ne]; s’è risentito a morte d’uno scherzo innocente [S $ rriSent&to a mm0rte d uno Sk%rZo inno©$nte]; risentimento giustificato [riSentim%nto JuStifik#to]; risentitezza di carattere [riSentit%ZZa di kar#ttere]; parole risentite [par0le riSent&te] — in tutti questi usi e significati estens., frequenti incertezze tra -s- sorda e -s- sonora, spiegabili (ma non per questo giustificabili) con l’essere poco sentita, in essi usi e sign., la composiz. del verbo (e suoi derivati) col prefisso ri- — cfr. sentire

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo