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sé [S%+] pron. — regolarm. tonico: lo studiò da sé [lo StudL0 dda SS%]; da sé lo studiò [da SS% llo StudL0]; ne prende per sé [ne pr$nde per S%]; per sé ne prende [per S% nne pr$nde]; in sé e per sé [in S% e pper S%] — frequenti ma non giustificate le varianti grafiche se stesso, se medesimo (e a se stante), invece di sé stesso, sé medesimo (e a sé stante): eccezione che si vorrebbe motivata con l’impossibilità di confusione tra se cong. e sé pron. quando questo sia seguìto da stesso, -sa, -si, -se, ecc. — a favore della gf. sempre accentata l’opportunità di seguire una stessa regola per tutte le occorrenze del pron. sé; non essendo, oltre tutto, da escludere qualche possibilità di confusione di sé stessi, sé stesse con se stessi, se stesse imperf. cong. di stare (es.: per conoscere se stessi bene, «… se io, o tu, stessi bene»; per conoscere sé stessi bene, «… sé medesimi bene») — antiq. in ogni altro caso, dopo aver prevalso fino all’800, la grafia (senz’accento) se, riservata oggi alla forma debole: oggi, dunque, a sé stante (meglio che a se stante), da sé solo (antiq. da se solo), fuori di sé (antiq. fuori di se), ecc. — cfr. dispersé