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soffocare v.; soffoco [S0ffoko], -chi — es. con acc. scr.: È come un sogno nero che ci sòffoca [$ kkome un S1n’n’o n%ro ke ©©i S0ffoka] (D’Annunzio) — ormai antiq. la var. soffogare: soffogo [Soff1go], -ghi; regolare continuaz. peraltro, anche quanto all’acc. sulla penultima e al timbro chiuso dell’-o- nelle voci rizotoniche, del lat. suffocare, che aveva un -o- lungo, e rimasta viva nell’uso pop. fino a tempi recenti: se ponsela sotto e la soggioga, Col gran peso la schiaccia e la soffoga [Se pp1nSela S1tto e lla SoJJ1ga, kol gram p%So la SkL#©©a e lla Soff1ga] (Casti); non ci fu verso di soffogargli in bocca ogni parola [non ©i fu vv$rSo di Soffog#rl’i im b1kka on’n’i par0la] (Manzoni) — pure antiq. suffogare: suffogo [Suff1go], -ghi; es.: o li suffoghi, O fuor del regno li permuti o venda [o lli Suff1gi, o ffU0r del r%n’n’o li perm2ti o vv%nda] (Ariosto) — dell’uso ant. il latinismo suffocare, attestato più che altro nelle voci accentate sulla desinenza: con agonia grande di cuore suffocato dal dolore [kon agon&a gr#nde di kU0re Suffok#to dal dol1re] (Boccalini)

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo