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Benedetto Buommattei: Tante lettere quanti suoni, perché no?

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Note — grafia della prima edizione completa della grammatica del Buommattei («Della lingua Toscana», 1643), dove si noteranno ripetute incertezze nell’uso dell’h- etimologica (presente in ho e in huomo, assente in anno, del verbo avere, e in gentiluomo), nell’uso dell’accento (omesso in perche in quanto parola composta, oltreché, per refusi qui dovuti correggere, dimenticato in fuggì e in una parte dei più), e soprattutto nella punteggiatura, sovrabbondante nei due punti, anche più che nelle virgole, rispetto all’uso moderno — Giovambatista [Jovambat&Sta] (con un -t- scempio alla fiorentina), scritto unito: grafia non così comune come sarebbe in Giambattistalitterato [litter#to], latinismo di forma (quanto alla prima sillaba) abbastanza frequente dalle origini al Secento.

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo