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davanti [dav#nti] avv. e prep. — raro d’avanti [id.]: a la lugubre Schiera d’avanti [a lla l2gubre SkL$ra d av#nti] (Carducci); ma sempre d’avanti se vuol significare «di avanti, di prima (di)»: O ciaramelle degli anni primi, D’avanti il giorno, d’avanti il vero [o ©aram$lle del’l’ #nni pr&mi, d av#nti il J1rno, d av#nti il v%ro] (Pascoli) — con senso d’allontanam. («dalla presenza, dal cospetto di» o sim.), gf. di norma unita, di rado divisa: che il Cardinale si cacciasse d’avanti Lutero con villanie [ke il kardin#le Si ka©©#SSe d av#nti lut$ro kon villan&e] (Pallavicino); con levarsi davanti tutti gl’impedimenti [kon lev#rSi dav#nti t2tti l’l’ impedim%nti] (Botta); lèvati davanti!; gli scappò davanti — poet. davante [dav#nte] o d’avante [id.], forme spesso usate fino all’800, spec. in rima: Perché volse veder troppo davante [perke vv0lSe ved%r trqppo dav#nte] (Dante); E vidi le fiammelle andar davante [e vv&di le fLamm$lle and#r dav#nte] (id.) — sim. il cogn. Davanti

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo