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dentro [d%ntro] avv. e prep. — raro oggi come prep. con valore temporale: se lei vuole, noi restituiremo il suo denaro dentro due mesi! [S% llHi vU0le, noi reStituir%mo il Suo den#ro d%ntro due m%Si!] (Tozzi); con questo valore oggi quasi sempre entro (e nell’uso burocr. sempre): entro ventiquattr’ore; entro la fine dell’anno; entro e non oltre la seconda settimana — negli altri casi, di regola dentro (lett. entro come prep. con valore spaziale proprio o fig.; antiq. entro come avv.) — in gf. divisa, d’entro [id.], nei rari casi in cui valga «di dentro»: D’entro le leggi trassi il troppo e ’l vano [d %ntro le l%JJi tr#SSi il tr0ppo e l v#no] (Dante); Nascendo di quel d’entro quel di fori [našš$ndo di kUel d %ntro kUel di f0ri] (id.) — rara l’elis.: stretta gagliardamente dentr’una morsa [Str%tta gal’l’ardam%nte d%ntr una m0rSa] (Magalotti) — pop. ant. drento [dr%nto]; in forma dial., a Carrara, Piazza Drent [pL#ZZa dr%nt], nome ant. di Piazza del Duomo — pure dell’uso ant., per dentro come per entro, la composiz. con l’enclitica -vi (dentrovi [d%ntrovi] «lì dentro») — cfr. centro; di dentro

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo