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leggero [leJJ$ro] (meno com. leggiero [id.]) agg. — nell’uso ant. anche leggiere [leJJ$re] (masch. o femm.) e leggieri [leJJ$ri] (sing. o pl.): uomo di condizione assai leggiere [U0mo di kondiZZL1ne aSS#i leJJ$re] (Boccaccio); nelle leggieri e morbide cose [nelle leJJ$ri e mm0rbide k0Se] (id.); l’uno grave, l’altro leggieri [l 2no gr#ve, l #ltro leJJ$ri] (Machiavelli); così piccolo, e così leggiere [koSi pp&kkolo, e kkoS& lleJJ$re] (Redi); varianti del resto sopravvissute, la prima, col sing. femm. -ere, nell’avv. leggermente [leJJerm%nte] (antiq. leggiermente [id.]; ant. leggieramente [leJJHram%nte] e leggeramente [id.]), e la seconda, col sing. indistinto -eri, nella locuz. d’uso lett. di leggieri (ant. di leggiere e di leggiero) — rara per di leggieri [di leJJ$ri] la variante grafica di leggeri [id.]: la ragione si può intendere di leggeri [la raJ1ne Si pU0 int$ndere di leJJ$ri] (Leopardi) — sempre ‑ge‑ (non ‑gie‑) negli alter. e der.: leggerino, leggerone, leggerissimo, leggerezza, ecc. — es. con acc. scr.: L’ultime nubi, trame leggère che passa la luna [l 2ltime n2bi, tr#me leJJ$re ke pp#SSa la l2na] (D’Annunzio); alcune in atto soave, ridenti, leggère [alk2ne in #tto So#ve, rid$nti, leJJ$re] (Cicognani) — sim. i cogn. Leggeri, ‑ro, Leggieri, ‑ro — cfr. cavalleggero; messaggero

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo