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pro [pr0+] (meno com. prò [id.]; meno bene pro’ [id.]) s. m. («giovamento») — es.: tutto era diretto a quel fine; e tutto, o più o meno, tornava in pro [t2tto Hra dir$tto a kkUel f≠ e tt2tto, o ppL2 o mm%no, torn#va im pr0] (Manzoni); e che pro sarebbe stato per voi, se avessero taciuto? [e kke ppr0 SSar$bbe St#to per v1i, Se av%SSero ta©2to?] (id.); buon pro ti faccia [bUqm pr0 tti f#©©a] — tronc. dell’ant. prode, distinto fin dall’origine dall’altro prode (agg. «valoroso») per essere sostantivo (solo masch. e solo sing.) e per rientrare in differente sfera semantica, pur avendo in comune l’etimo nell’agg. prode del tardo latino, tratto da prodesse «giovare» (prode est da prodest «giova»)

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo