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seco [S%ko] pron. — in Dante, accanto a seco, un caso della forma settentr. sego [S%go] in rima (analogam. a un figo accanto a molti fico) — nell’uso ant., qualche es. di una forma ridondante con seco [kon S%ko] (andata poi perduta, al pari di con meco, salvo in qualche uso pop. tosc., a differenza delle sp. consigo e conmigo rimaste forme d’obbligo): in Susa con seco la menò [in S2@a kon S%ko la men0] (Boccaccio) — seco rafforzato da stesso o medesimo, in gf. divisa: Seco medesmo a suo piacer combatte [S%ko med%@mo a SSuo pLa©%r komb#tte] (Dante) — seco rafforzato da lui, lei, loro, in gf. più spesso divisa nelle più antiche attestaz. tra il tardo ’500 e il tardo ’700, in séguito (avanti di scomparire dall’uso) più spesso in gf. unita: basta solamente che rechi secolei quei libri che sono necessari [b#Sta Solam%nte ke rr$ki Sekol$i kUei l&bri ke SS1no ne©eSS#ri] (Spallanzani); si congratulò secolui [Si kojgratul0 SSekol2i] (Nievo); portavano secoloro il fagotto di pelle d’otre [port#vano Sekol1ro il fag0tto di p$lle d 1tre] (Bacchelli)

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo