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soprano [Sopr#no] agg. e s. m. e f. — come agg., usato oggi solo nei top. Petralia Soprana [petral&a Sopr#na] (Sic.), Frabosa Soprana [frab1@a Sopr#na] (Piem.), Porta Soprana (a Genova), e, nell’uso lett., in pochi altri casi (di solito in opposiz., espressa o sottintesa, a sottano): il borgo soprano, le case soprane, le stanze soprane («più in alto»); ma in passato, dal ’300 al ’600 almeno, anche con un senso più generale di superiorità, in bene o in male, nella posiz. fisica o nella condiz. morale: questo è lo soprano edificio del mondo [kU%Sto H llo Sopr#no edifo del m1ndo] (Dante); Brunello ha nome quel ladro soprano [brun$llo a nn1me kUel l#dro Sopr#no] (Boiardo) — come sost., solo masch. se detto della voce femminile o bianca di registro più acuto: cantava il soprano [kant#va il Sopr#no] (Carducci); aveva una voce di soprano leggero [av%va una ve di Sopr#no leJJ$ro] (Cicognani); pure masch. se detto di canta con quella voce, sebbene sia, com’è di norma, una donna (in quest’ultimo caso, anche s. f. inv., ma non altrettanto bene): il soprano Maria Callas (meglio che la soprano ecc.); i più acclamati soprani dell’Ottocento (meglio che le più acclamate soprano ecc.) — sim. il top. Soprana (Piem.) e i cogn. Soprana, Soprani, Soprano

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo