Lèggi e ascolta l’antologia scritta e parlata
Per una voce popolare
Che noi la deviamo schifare, perche la lingua comune
ke nn1i la devL#mo Skif#re, perk% lla l&jgUa kom2ne
d’Italia non l’usa, perche non è in Dante, ne nel Petrarca, ne
d it#lLa non l 2@a, perk% nnon $ in d#nte, n% nnel petr#rka, n%
nel Boccaccio; à me non pare. Ne credo che una lingua
nnel bokk#©©o; a mm% nnom p#re. ne kkr%do ke una l&jgUa
che vive sia nello scrivere obbligata a raccogliere solamente
ke vv&ve S&a nello Skr&vere obblig#ta a rrakk0l’l’ere Solam%nte
quasi gocciole dalle grondaie le parole di pochi e morti scrittori,
kU#@i g1©©ole dalle grond#Le le par0le di p0ki e mm0rti Skritt1ri,
ma debba attignere dal perenne fonte della città le più efficaci
ma dd$bba att&n’n’ere dal per$nne f1nte della ©itt# lle pLu effik#©i
e vive proprietà naturali, che con impeto scoccano, e fiedono
e vv&ve proprLet# nnatur#li, k% kkon &mpeto Sk0kkano, e ffL$dono
l’animo per diritta via e brevissima. E molte volte significano
l #nimo per dir&tta v&a e bbrev&SSima. e mm1lte v0lte Sin’n’&fikano
più che non dicono come i colpi fieri e gli scorci nella pittura.
pL2 kke nnon d&kono, k1me i k1lpi fL$ri e l’l’i Sk1r©i nella pitt2ra.
Bernardo Davanzati
Note — una postilla del traduttore, a proposito della voce battisoffia [battiS1ffLa], all’edizione originale del suo volgarizzamento di Tacito, «L’imperio di Tiberio Cesare» (1600): con qualche segno degli usi ortografici del tempo, quasi solo in certi accenti in più o in meno che nell’uso moderno (in più come in à, in meno come in ne e in perche) — deviamo [devL#mo], antica variante, poco comune, di dobbiamo; da non confondere con deviamo [devi-#mo] del verbo deviare.