Lèggi e ascolta l’antologia scritta e parlata
Desiderio della patria
Se mai continga che ’l poema sacro
Se mm#i kont&jga ke l po$ma S#kro
al quale ha posto mano e cielo e terra,
al kU#le a pp1Sto m#no e ©©$lo e tt$rra,
sì che m’ha fatto per molti anni macro,
S& kke mm a ff#tto per molti #nni m#kro,
vinca la crudeltà che fuor mi serra
v&jka la krudelt# kke ffU0r mi S$rra
del bello ovile ov’io dormi’ agnello,
del b$llo ov&le ov io dorm& an’n’$llo,
nimico ai lupi che li danno guerra;
nim&ko ai l2pi ke lli d#nno gU$rra;
con altra voce omai, con altro vello
kon #ltra v1©e om#i, kon #ltro v$llo
ritornerò poeta, e in sul fonte
ritorner0 ppo$ta, e &n Sul f1nte
del mio battesmo prenderò ’l cappello.
del mio batt%@mo prender0 l kapp$llo.
Dante Alighieri
Note — continga [kont&jga] «accada», congiuntivo del latinismo dòtto contingere [kont&nJere], verbo che sarebbe quasi privo d’esempi letterari in italiano se non ci fosse questo di Dante — posto [p1Sto]: p1- nella pronunzia dominante oggi in Toscana e confermata fin dalle più antiche attestazioni esplicite (del Cinquecento); ma p0- nella pronunzia originaria, forse ancóra sopravvivente nell’uso fiorentino del tempo dell’Alighieri, di pari passo (si può supporre) con la conservazione (non esclusiva ma prevalente) delle forme puosi [pU0Si] -se -sero ugualmente originarie, in alternanza con le forme nuove posi [p1Si] -se -sero — cielo [©$lo]: ©$- unica pronunzia possibile oggi in Toscana e in quasi tutte le regioni, essendo conservata la grafia cie- per evitare equivoci con voci del verbo celare; ma ©L$- nella pronunzia originaria, forse ancóra sopravvivente al tempo dell’Alighieri, di pari passo (si può supporre) con la grafia dittongata di gielo, ugualmente originaria (e poi ridotta a gelo, non essendoci equivoci da evitare, dopo la riduzione di JL$- a J$-) — macro [m#kro], latinismo antico (tre volte in rima nella «Commedia») per magro — dormi’ [dorm&], variante popolare e poetica, in pròclisi, di dormii [dorm&-i].