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Giovan Francesco Fortunio: La regola delle tre consonanti

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La regola delle tre consonanti

la r$gola delle tr% kkonSon#nti

 

La prima regola della orthographia sara, che tra due vocali

la pr&ma r$gola della ortograf&a Sar# kke ttra dd2e vok#li

 

tre consonanti non si debbian porre, onde scriverassi: santo:

tr% kkonSon#nti non Si d$bbLam p1rre, 1nde Skriver#SSi «S#nto»,

 

pronto: ostacolo: mostro: nome e verbo, costantia:

«pr1nto», «oSt#kolo», «m1Stro» n1me e vv$rbo, «koSt#nZLa»,

 

sostegno: trasmuto: trasporto: pospono: posposto:

«SoSt%n’n’o», «tra@m2to», «traSp0rto», «poSp1no», «poSp1Sto»,

 

e cosi tutti gli altri tali.

e kkoS& tt2tti l’l’ #ltri t#li.

 

Giovan Francesco Fortunio

Jov#n fran©%Sko fort2nLo

 

Note — grafia d’una delle prime edizioni (1517) di quella grammatica volgare che per prima fu pubblicata a stampa: ancóra distante dall’uso moderno soprattutto nella punteggiatura (dominata dai due punti), nella mancanza di segni d’accento, nella conservazione delle h etimologiche come in orthographia — notevole il rigetto dei gruppi di tre o più consonanti (sancto, prompto, obstacolo, constantia, ecc.), frequenti nelle stampe di quell’epoca sul modello latino — mostro [m1Stro], in apparenza un esempio fuor di posto, contenendo il gruppo -str-; ma sempre valido come invito a evitare un sovraccarico di consonanti (in questo caso quattro, -nstr-) — costantia [koSt#nZLa], da leggere con -ZLa nell’ultima sillaba (meno probabilmente con -Za) — pospono [poSp1no], insolita variante di pospongo, dovuta forse a rigida imitazione del latino postpono, se non pure a fallace analogia con la 2a e 3a persona.

   

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo