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Guarda all’interno del DOP: l’alfabeto fonetico e altro

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Presentazione di Bruno Migliorini

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Niente ci ìndica, nella scrittura, se si debba lèggere salùbre e

nL$nte ©i &ndika, nella Skritt2ra, Se SSi d$bba l$JJere «Sal2bre» e

 

scandinàvo e Salgàri come parole piane, oppure sàlubre e

«Skandin#vo» e «SSalg#ri» k1me ppar0le pL#ne, opp2re «S#lubre» e

 

scandìnavo e Sàlgari come sdrucciole. Gli apparecchi elèttrici e

«Skand&navo» e «SS#lgari» k1me @dr2©©ole. l’ appar%kki «el$ttri©i» e

 

le donne elettrìci, i partiti conservatóri e i conservatòri di

lle d0nne «elettri», i part&ti «konServat1ri» e i «konServat0ri» di

 

musica, il vénti settembre e la ròsa dei vènti si scrivono

m2@ika, il «v%nti» Sett$mbre e lla r0@a dei «v$nti» Si Skr&vono

 

ordinariamente a uno stesso modo, fatta salva una possibilità,

ordinarLam%nte a uno St%SSo m0do, f#tta S#lva una poSSibilit#,

 

poco più che teorica, di distinguere tra loro questi omonimi

p0ko pL2 kke tte0rika, di diSt&jgUere tra ll1ro kU%Sti om0nimi

 

imperfetti con un segno d’accento. E ancóra: diremo con la

imperf$tti kon un S%n’n’o d a©©$nto. e ajk1ra: dir%mo kon la

 

vocale aperta o con la vocale chiusa agosto e costo, stella e

vok#le ap$rta o kkon la vok#le kL2Sa «ag1Sto» e «kk0Sto», «St%lla» e

 

bella? Useremo l’èsse o la zeta sorde o sonore nei nomi di

«bb$lla»? u@er%mo l $SSe o lla zz$ta S1rde o SSon0re nei n1mi di

 

Pisa e di Fiesole, di Monza e di Gonzaga? La scrittura ci

«p&Sa» e ddi «fL$@ole», di «m1nZa» e ddi «gonz#ga»? la Skritt2ra ©i

 

può lasciare, di per sé, nell’incertezza; ma chi lègge deve pure

pU0 llašš#re, di per S%, nell in©ert%ZZa; ma kki ll$JJe d$ve p2re

 

scegliere o l’una o l’altra delle due forme; e, se ha a cuore il

šš%l’l’ere o ll 2na o ll #ltra delle due f1rme; e, Se # a kkU0re il

 

rispetto della sua lingua, unito al desiderio di non esser

riSp$tto della Sua l&jgUa, un&to al deSid$rLo di non $SSer

 

frainteso e di non far brutte figure, dovrà scegliere tra le varie

fraint%So e ddi non far br2tte fig2re, dovra šš%l’l’ere tra lle v#rLe

 

pronunzie quelle che gli siano suggerite come le migliori da una

pron2nZLe kU%lle ke l’l’i S&ano suJJer&te k1me lle mil’l’1ri da una

 

tradizione sanamente intesa e da un uso vivo osservato

tradiZZL1ne Sanam%nte int%Sa e dda un 2@o v&vo oSServ#to

 

con larghezza d’idee (3).

kon larg%ZZa d id$-e.

 

(3) Le pronunzie raccomandate dal «Dizionario d’ortografia e di pronunzia», in qualche caso come le uniche ammissibili, in qualche altro come le più corrette, sono le seguenti: salubre [Sal2bre], scandinavo [Skandin#vo], Salgari [Salg#ri], con l’accento sulla penultima sillaba; agosto [ag1Sto] e stella [St%lla], con la vocale tonica chiusa; costo [k0Sto] e bella [b$lla], con la vocale tonica aperta; Pisa [p&Sa] e Monza [m1nZa], con l’s e la z sorde; Fiesole [fL$@ole] e Gonzaga [gonz#ga], con l’s e la z sonore.

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo