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L’avvocatura
Ogni avvocato vive nel suo patrocinio certi momenti, in cui,
1n’n’ avvok#to v&ve nel S2o patro©&nLo ©$rti mom%nti, ij k2i,
dimenticando le sottigliezze dei codici, gli artificî della eloquenza,
dimentik#ndo le Sottil’l’%ZZe dei k0di©i, l’ artif&©i della elokU$nZa,
le accortezze del dibattimento, non sente più la toga che ha
le akkort%ZZe del dibattim%nto, non S$nte pL2 lla t0ga ke a
indosso, non vede più le toghe di cui sono ammantati i giudici:
ind0SSo, non v%de pL2 lle t0ge di k2i Sono ammant#ti i J2di©i:
e si rivolge a loro, guardandoli negli occhi da pari a pari, con
e SSi riv0lJe a ll1ro, gUard#ndoli nel’l’ 0kki da pp#ri a pp#ri, koj
quelle parole semplici con cui la coscienza dell’uomo si rivolge
kU%lle par0le S%mpli©i koj k2i la košš$nZa dell U0mo Si riv0lJe
fraternamente alla coscienza del suo simile per convincerlo della
fratHrnam%nte alla košš$nZa del Suo S&mile per konv&n©erlo della
verità. In questi momenti la parola «giustizia» torna ad essere
verit#. ij kU%Sti mom%nti la par0la «JuSt&ZZLa» t1rna ad $SSere
fresca e nuova, come se si dicesse allora per la prima volta:
fr%Ska e nnU0va, k1me SSe SSi di©%SSe all1ra per la pr&ma v0lta:
e chi la pronuncia si sente passar nella voce un tremito discreto
e kk& lla pron2n©a Si S$nte paSS#r nella v1©e un tr$mito diSkr%to
e supplichevole, come quello che passa nelle parole del
e SSupplik%vole, k1me kkU%llo ke pp#SSa nelle par0le del
credente che prega.
kred$nte ke ppr$ga.
Piero Calamandrei