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Guarda più in là del DOP: guida alle voci che non trovi

Il nome di lingua araba dice qualcosa di più e qualcosa di meno di quanto non faccia pensare il riferimento geografico all’Arabia: giacché gl’idiomi indigeni della penisola arabica, tutti compresi nella famiglia semi­tica (di cui costituiscono, insieme con le lingue semitiche d’Etiopia, il ramo meridionale), si suddividono in due sezioni, che hanno avuto una fortuna assai disuguale: la varietà meridionale è ormai quasi estinta e non soprav­vive se non in pochi dialetti lungo la costa meridionale dell’Arabia e nel­l’isola di Socotra, mentre la varietà settentrionale ha avuto un enorme svi­luppo con la diffusione dell’islamismo e ha dato origine sia all’arabo lette­rario sia alle svariate forme del cosiddetto arabo volgare.

Oggi l’arabo è lingua ufficiale di numerosi stati, in parte asiatici (Arabia Saudita, Yemen, altri minori stati della penisola arabica, Ba⅜rain, Kuwait, Iraq, Siria, Libano, Giordania), in parte africani (Sudan, Egitto, Libia, Tunisia, Algeria, Marocco, Mauritania); inoltre è capito e parlato, dove più dove meno, in molti altri paesi in cui s’è diffusa la religione islamica. Come l’arabo però s’è sovrapposto nella maggior parte dei territori ora ricordati ad altri linguaggi assai diversi tra loro, così a loro volta si sono spesso sovrapposte all’arabo come lingue ufficiali o commerciali o di cultura, secondo i casi e le circostanze, le lingue di quegli stati europei che in pas­sato hanno assoggettato politicamente quei territori o che tuttora li ten­gono, se non altro, sotto la loro influenza culturale ed economica. Quindi molti nomi propri arabi sono conosciuti in Occidente sotto aspetti grafici differenti, che sono quelli caratteristici delle varie ortografie nazionali europee (italiana, francese, spagnola, inglese, ecc.), e per lo più nelle pro­nunzie richieste dalle regole ortoepiche della lingua corrispondente. In questo «Dizionario» sono registrati di norma in grafia e pronunzia italiana i nomi propri della Libia; per gli altri paesi in genere sono state registrate sia la forma araba sia quella adattata alla lingua degli antichi colonizza­tori europei.

L’alfabeto arabo rappresenta con le sue lettere i soli suoni consonan­tici; ma tre lettere hanno in più anche la funzione d’indicare le vocali lunghe, mentre le vocali brevi si possono indicare con piccoli segni sovrap­posti o sottoposti a quelli delle consonanti. La scrittura va da destra a si­nistra. La traslitterazione adottata in questo «Dizionario» è la stessa del­l’«Enciclopedia italiana».

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo