Guarda più in là del DOP: guida alle voci che non trovi
Non è questo il luogo per dare notizie d’insieme sulla lingua che è stata madre dell’italiana e che a fianco di questa è sopravvissuta fino ai nostri giorni come lingua della Chiesa, fino a tempi non remoti anche come lingua della scienza, dei rapporti internazionali, dell’amministrazione pubblica.
Qui è solo da ricordare che le voci latine registrate nel presente «Dizionario» sono in generale voci che hanno conservato un loro uso in quanto avulse dal sistema lessicale latino e inserite bene o male in contesti italiani (o d’altre lingue moderne). Tener presente questo fatto è essenziale per giustificare la pronunzia qui adottata per le voci latine, che è la tradizionale pronunzia scolastica ed ecclesiastica corrente in Italia, inquadrata nel sistema fonetico della lingua italiana.
Chiarito questo punto, basterà avvertire che tale pronunzia, pur avvicinandosi abbastanza a quella in uso al tempo del tardo Impero romano, differisce da quella classica in numerosi particolari, oltre a non tener conto né dell’accento musicale né della varia durata dei suoni vocalici. In questi due punti essenziali si distacca spesso da quella classica anche la cosiddetta pronunzia restituita (assai diffusa all’estero e introdotta da un buon numero d’insegnanti nella stessa scuola italiana), che pure tenta di riprodurre, con alcune convenzionali semplificazioni, il valore fonetico che le singole lettere latine dovevano avere in antico.
Le norme che seguono s’intendono riferite alla lettura del latino «all’italiana».